E’ una delle disegnatrici più quotate del momento, la siciliana Ester Cardella sarà anche classe 1992, ma ha un’anima old school e ha preso ispirazione – come leggerete nella nostra intervista – dai più grandi del fumetto tricolore. Con uno stile che privilegia il tratto classico, a totale esclusione dell’approccio digitale, molto di moda negli ultimi anni. L’abbiamo incontrata nel suo stand al Venezia Comics 2025.
Ciao Ester, benvenuta a Toys Army 1999: comincerei col chiederti delle tue origini di disegnatrice, che ti hanno portato ad essere tra le più apprezzata nel panorama dark nazionale…
“Ciao e grazie a voi per questa intervista… beh, diciamo che ho iniziato a fare disegni da piccola sui muri di casa, per la felicità di mia mamma quando li scopriva eheh! Insomma disegno da sempre, sin da che ho memoria. Col tempo ho disegnato sempre più e mi sono ritrovata a frequentare il primo anno di liceo con i professori che mi hanno consigliato di studiare disegno dato che per loro ero molto dotata. Pensa che io volevo fare la psicologa invece!
Mi sono iscritta al liceo artistico e ho scoperto che potevo approfondire con lo studio una cosa che a me veniva naturalmente. Finito il liceo artistico, ho frequentato la scuola del fumetto, capendo che la mia passione sarebbe potuta diventare un lavoro. Ho studiato tantissimo e iniziato diverse collaborazioni che mi hanno instradato verso il noir e l’horror…”
Quello del disegno horror/noir è una cosa legata alle tue passioni in adolescenza o è venuta fuori dopo?
“Diciamo che io e l’oscurità siamo sempre andati a braccetto, eheh! Da lì unire l’horror con l’eros il passo è stato breve. L’atmosfera dark è una cosa che mi accompagna da sempre, dal modo di vestire alla musica che ascoltavo, in particolare il metal.”
Il fumetto erotico anni 70/80, dove svettano maestri del genere come Emanuele Taglietti o Alessandro Biffignandi, fino ad arrivare a nomi come Milo Manara o Guido Crepax, hanno in qualche modo ispirato il tuo stile?
“Assolutamente sono nomi grandiosi del genere, che comunque ti ispirano se sei appassionato al fumetto. Di Manara mi è sempre piaciuto molto la dinamica psicologica ed il suo modo di vedere l’erotico. Dal punto di vista tecnico ho sempre adorato Serpieri e il suo modo di tratteggiare, cosa che amo fare anch’io.”
In un mondo del fumetto dove spesso si utilizza il digitale, come ti trovi?
“Guarda io sono vecchia dentro, ahah …e quindi mi piace molto la “vecchia scuola”! In più essendo io indipendente, quando ho una commissione da un collezionista che apprezza il lavoro originale e quindi il pezzo unico, sono felice perchè ciò che ho realizzato assume un valore che un lavoro “freddo” in digitale non avrebbe mai. Poi sinceramente il digitale non saprei utilizzarlo… un pò l’ho studiato alla scuola del fumetto, ma non mi ha mai appassionato. Mi piace sporcarmi le mani, utilizzare i vari pennelli, riuscire a ottenere una texture con particolari inchiostri o usare carte meno comuni come la rosaspina. Col digitale puoi fare certamente tantissime altre cose, ma non si sposano col mio pensiero.”
Entriamo ora un poco nel nostro mondo dei toys: quali erano i giocattoli della piccola Ester?
“Io sono cresciuta in campagna, quindi per me giocare era scalare una montagna, cercare il paradiso in prati enormi ricoperti di margherite fino a tarda ora, per “somma gioia” di mia mamma che mi sgridava perchè non mi vedeva rincasare. Ringrazio i miei genitori per l’opportunità di esser cresciuta a contatto con la natura. Le varie consolle da noi sono arrivate tardi e non abbiamo mai avuto un vero e proprio attaccamento al giocattolo. Anche la televisione la guardavo pochissimo, ad esempio i film Disney li ho iniziati a guardare da più grande… avevo giusto l'”appuntamento” coi cartoon quando tornavo da scuola, tra cui spiccavano Dragonball oppure Pollon e Heidi, che io adoravo. Ma oltre questo, davvero poca TV. Mia mamma poi mi comprava delle bambole e avrebbe desiderato che ci giocassi, ma io ero molto più attratta da libri e dal disegno.., ricordo una piccola cucina con cui giocavo, oppure incotri/scontri tra alcune Barbie che avevo e personaggi di Dragonball dei miei fratelli, ahah!”
Tornando al disegno, da gran lettore di Dylan Dog (almeno fino a fine 90s) non posso non chiederti un parere sui suoi autori…
“Beh, Angelo Stano è stupendo, meraviglioso: tra l’altro ho anche avuto modo di conoscerlo ed è nato un bellissimo rapporto. Poi impazzisco per Corrado Roi e il suo modo di disegnare molto cupo, oscuro… un altro che adoro è Bruno Brindisi, autore che ho studiato moltissimo: mi piace davvero tanto quella sua linea molto particolare.”
I tuoi prossimi progetti Ester?
“Sto lavorando a diverse cose: in uscita un artbook che raccoglie tutte le mie commissioni. Sto lavorando inoltre a dei fumetti scritti e disegnati da me per una rivista tedesca che si chiama Feral, a due portfolii ed a un progetto autobiografico, dove racconto come esprimere sè stessi attraverso il disegno: quest’ultima sarà molto tosta come cosa.”
Di nuovo grazie di esser stata con noi e speriamo di incontrarci presto in qualche fiera!
“Ma grazie a te e a Toys Army 1999… un bacione a tutti, a presto!”