Sembra strano, ma spesso una delle parti più difficili quando impagini una intervista, è trovare il titolo giusto. A questo giro però è stato semplice: è bastato andare sulla pagina Facebook del nostro ospite, il celebre doppiatore, attore e cantante Pietro Ubaldi, per trovare il titolo che ci serviva proprio nella sua copertina. Eh si, perchè “La Voce della nostra infanzia” dipinge esattamente cosa Pietro rappresenti per tutti noi…  speriamo dunque che possa perdonarci questo “furtarello”! 😉

Abbiamo incontrato il Nostro in occasione della recente nonchè ventesima edizione del Milano Comics&Games (qui, il nostro report), dove si è esibito nello spettacolo DisneiAmo. Terminato lo show lo abbiamo atteso al meet&greet e abbiamo scoperto esattamente ciò che ci aspettavamo: Pietro è una persona solare, dolcissima, che ti mette a tuo agio come se ti conoscesse da anni. Buona lettura, dunque!

Ciao Pietro, è un onore averti qui con noi… senti, ma la ricordi l’emozione del primissimo doppiaggio?
“Caspita, devo andare un bel pò in là nel tempo e la memoria con gli anni cala, eheh! Però posso dirti che l’emozione per la recitazione, che sia nei binari del doppiaggio o su un palcoscenico, è sempre immensa. Nel buio della sala di doppiaggio magari il pubblico non c’è, ma in festival come quello di oggi dove vedi quanta (tanta!) gente hai davanti, beh quello ti fa sempre battere forte il cuore. Tornando alla tua domanda, magari il primissimo amore non lo ricordo, ma l’amore in quanto tale, quello si! Non so se mi hai capito…”

Assolutamente si! Ora vorrei sapere se ti piace più il Pietro doppiatore degli anni ’80 o quello di oggi?
“Eh, bella domanda! Come spesso si dice, chi ha il pane non ha i denti… sicuramente oggi ho più sapienza, consapevolezza, ma rimango un pò animale, un pò istintivo. Diciamo che cerco di mantenere sempre quella zona, magari non perfettamente ordinata, ma in cui mi trovo e muovo bene!”

Secondo te il doppiaggio italiano è davvero considerato il più bello al mondo?
“Direi di si… io non seguo altri doppiaggi internazionali, giusto se mi capita di vedere all’estero uno spezzone di un film alla TV. Credo che possiamo definirci i migliori per il semplice fatto che noi lo prendiamo – a livello artistico e tecnico – come un lavoro da attore e non solo come una persona che appiccica la voce sopra una scena. Se riusciamo a trasmettere emozioni tramite ciò che facciamo come doppiatori, il pubblico poi gode di un ottimo prodotto finale: che si tratti di me o di altri colleghi.”

Che ricordo hai della grande Alessandra Valeri Manera, scomparsa poco più di un anno fa?
“Ho dei ricordi bellissimi legati a lei, una persona straordinaria a cui ho voluto molto bene. Una persona con un carattere particolare e riservato. Guarda me: io sono un libro aperto, fosse per me andrei in giro in mutande – tanto per dire – mentre lei si teneva tutto dentro. A lei raccontavo tutto di me, da quello che mangiavo a pranzo a cose più personali: ascoltava con attenzione, ma poi mi diceva poco o nulla di lei. C’era comunque un grandissimo rispetto reciproco e manca a tutti davvero tanto!”

E di “Pìolo” Bonolis, oramai superstar della televisione?
“Eh grande Paolo… sono andato diverse volte ospite in sue trasmissioni in Rai o in Mediaset ricordando gli anni della TV dei ragazzi! Sicuramente lo ricordo come un ragazzo con una gran voglia di fare e di arrivare, ma credo che questa cosa il pubblico da casa la recepisse. Soprattutto trovò una grandissima intesa con l’ìndimenticato Giancarlo Muratori, la prima voce che dava la voce a Uan. C’era magari un soggetto già scritto, ma loro erano così in sintonia che spesso improvvisavano facendo uscire gag divertentissime!”

Vorrei chiederti ora che tipo di approccio aveva il Cavaliere verso la TV dei ragazzi…
“Intanto il Cavaliere aveva un grandissimo rispetto delle persone: sapeva scegliere e non voleva solo degli “yes-man”, contrariamente a quanto la gente crede. Si fidava delle persone, soprattutto delle iniziative dei più giovani, dato che la TV privata era nata per svecchiare la TV generalista, facendo le cose in modo diverso. Ha preso certamente il meglio che c’era sul mercato, ma poi lasciava alle persone campo libero. Ad esempio, nel nostro settore Alessandra Valeri Manera decideva tutto e se aveva bisogno di qualcosa, che fossero soldi o benestare per le trasmissioni, lui le dava tutto ciò di cui aveva bisogno… proprio perchè, come ti ho detto, Berlusconi si fidava delle persone attorno a lui!”

Parliamo di ‘Kiss Me Licia’, dove ti occupavi di Marrabbio e Giuliano: hai mai avuto difficoltà a doppiarli nei momenti in cui parlavano tra loro, quindi con due voci diverse?
“Beh, diciamo che nel cartone a volte potevo gestire entrambi i personaggi solo se non si accavallavano ed è uno dei motivi per cui ora si registra tutto separatamente. Qualche volta però facevo il botta e risposta con le due voci senza problemi ed era anche divertente. Nella serie TV poi abbiamo iniziato a separare le cose, dato che si trattava di doppiare con tempi perfetti un attore che parlava italiano e quindi non si potevano commettere errori.”

Tra l’altro qualche mese fa abbiamo intervistato il grande Ivo De Palma, che è stato il doppiatore di Mirko…
“Eh si, Pasquale Finicelli era solo il corpo di Mirko – un gran bel corpo dato che era un bel ragazzo – ed era molto simpatico e volenteroso. Ivo seguiva la voce “parlata” mentre del canto se ne occupava, come saprai, Enzo Draghi. In Mediaset desideravano che il telefilm avesse le nostre voci, visto che il cartoon ebbe molto successo grazie anche a noi. Il fatto poi che decidemmo di far parlare Giuliano stupì positivamente un pò tutti, anche in Giappone, visto che là non succedeva!”

Arriviamo alla nostra “area di competenza”: i giocattoli preferiti del piccolo Pietro?
“Mah, ti dirò: come giocattoli proprio non ne avevo di preferiti, ero più un ragazzino che amava giocare per strada… e da più grande quando iniziarono a prendere piede le varie consolle di videogiochi, li guardavo con fare interrogativo. Ti confesso che di tecnologia non ci ho mai capito un bel niente, eheh! Ma mi piace “immaginarmela”, in fondo doppio un sacco di videogiochi!”

Pietro Ubaldi durante il soundcheck di DisneiAmo al 20° Milano Comics&Games

Arriviamo ai ‘Pirati dei Caraibi’: come ti sei approcciato a Barbossa, un personaggio che spesso usa un parlato molto “urlato”, simile a quello di molti cartoni?
“Il cartone animato ha bisogno di molto “smalto” e di energie fisiche, per cui spesso è una fatica! Se dovessi fare tre turni di doppiaggio al giorno di cartoni, per un totale di nove ore, arriverei a casa a pezzi. Negli anni, quindi, ho imparato a prendermi cura della voce. Circa Barbossa, sono partito in effetti molto “cartoonesco” perchè la mia abitudine era quella. Aver un buon direttore del doppiaggio mi è servito a rientrare nei binari giusti. E’ pur sempre rimasto un pirata con le sue peculiarità, ma con una certa nobiltà e profondità in più. Fattori che poi han portato Barbossa ad essere molto amato in Italia.”

Pare che il nuovo ‘Pirati Dei Caraibi’ sia in lavorazione e che sarà un reboot, che dovrebbe comunque prevedere la presenza di Depp. La tua opinione?
“Che posso dire? Per quanto una saga possa aver successo, il primo film rimane sempre il migliore: il luogo dove nasce l’idea di base. Poi diventa un pò tutto una ripetizione. In questo caso, sarà da trovare un nuovo regista, nuovi attori… ci sarà forse anche Johnny Depp, ma alla fine quello che conta è una cosa sola: avere una gran bella storia che regga il confronto con l’originale!”

Un bilancio di Disneiamo, che son già alcuni anni che lo portate in tour?
“Un’esperienza bella, bella, bella! Sono strafelice di aver accettato di farla, un pò per l’amicizia che mi lega a Stefano (Bersola; ndA)… e poi ho conosciuto persone davvero fantastiche! E’ uno spettacolo molto adrenalinico perchè giochiamo, improvvisiamo, ci divertiamo perchè ci viene spontaneo farlo! E il pubblico risponde bene, per cui finchè ce lo chiederanno, andremo avanti cercando di variare lo show e di arricchirlo!”

Il prossimo autunno partirà la tournee di Bim Bum Bam Party: cosa dobbiamo aspettarci noi nostalgici da questo show?
“Eh si, anche quello è in arrivo! Guarda, il copione ce lo hanno mandato non molti giorni fa, quindi non so ancora bene come sarà la resa teatrale. Noi siamo innamorati di com’era la trasmissione quindi non vorremmo tradire le aspettative dei nostri vecchi telespettatori, ma dobbiamo anche un pò adeguarci ai tempi, cercando di dare il nostro contributo. Speriamo che tutto vada per il meglio!”

Una mia curiosità: sei milanese come il sottoscritto e sicuramente sei cresciuto con gustosi piatti meneghini… qual’è quello cui non rinunceresti per nulla al mondo?
“Ahhh, io ADORO la cucina milanese! Che in realtà è più invernale che estiva, ma io la mangerei anche ad agosto, ahahah! Ho un paio di ristoranti cui son molto affezionato, specializzati in questo tipo di cucina… il mio piatto preferito? Sicuramente ossobuco col risotto!”

E la consueta ultima parola è tutta tua, caro Pietro…
“Ciao a tutti amici di Toys Army 1999, sono stato felicissimo di aver parlato ai vostri microfoni e di essere entrato nelle case e nei cuori dei vostri lettori. So che siete super appassionati di questo mondo ed è una passione che non vi abbandonerà mai, ma sappiate che io sarò sempre un vostro Amico: chiamate e risponderò sempre! Un abbraccio!”

Giulia Ottonello, Pietro Ubaldi, Marika Barbieri e Stefano Bersola sul palco del 20° Milano Comics&Games

  • Luca Bernasconi

    Appassionato di toys (japan robot, action figures, LEGO e molto altro) da sempre, ho salutato con favore il crescente interesse del pubblico verso di loro, grazie anche alle nuove release dei giocattoli storici, che da fine anni '90 ha rinvigorito un mercato che sembrava oramai sepolto. Cerco di non perdermi una fiera o un mercatino a tema, luoghi che mi fanno sentire come a casa.

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